Speciale graphic novel

abcABC di Ausonia (Coconino Press)
Gli A sono i vivi, i B i mezzi morti e i C i morti. In mezzo c’è Laura, ragazza che ha lasciato l’università e a cui è morta la nonna e ora fa la postina in provincia. Grande libro, col respiro del romanzo, scritto e disegnato a tratti col minimalismo della rarefazione degli spiriti e dei sentimenti e con la malinconia e i segreti della vita di provincia.
Che non è detto siano per forza grandi e complicati ma hanno a volte una profondità e un valore che va più a fondo, perché più le cose sono semplici, più sono immediate e più fanno male. Ausonia ha uno stile tutto suo, fatto di un tratto come già detto minimale ma a cui aggiunge strutture e fili. Graphic novel così ne escono una ogni boh.
Tanto comunque.

glIl giovane Lovecraft di José Oliver e Bartolo Torres (Diabòlo Ediciones)
Io sono cresciuto leggendo: Asimov, Lovecraft e di conseguenza Stephen King. Lovecraft è probabilmente il personaggio dei tre a cui sono più legato, vuoi perché alla fine è il più sfigato e vuoi perché ha scritto di Cthulhu e cui appello le mie preghiere tutti i giorni. Il libricino è una raccolta in stile classico 3 boxes (quelle alla peanuts per capirci), ma è di un citazionismo concentrato da applausi e a dir poco commovente se conoscete personaggio e opere. C’è tipo la situazione in cui vanno a un party oltretomba in cui evocano Poe e i poeti maledetti che è una delle cose più divertenti mai viste. Se c’è qualcuno che pensa che la comicità dark sia solo roba di Burton Tim sbaglia e tanto.
Straconsigliatissimo

gaGli altri di Alessandro Di Virgilio, Luca Ferrara e Maurizio De Giovanni (Tunué Edizioni)
Di respiro teatrale una collezione di storie ambientate nel sud. Ricorda cose di Rubin per il livello di disperazione (e infatti non è nè un libro semplice nè di “passaggio” veloce) e di durezza.
Sono storie che non hanno un lieto fine (forse uno in un caso se proprio vogliamo chiamarlo lieto fine) che prendono corpo da un tratto ricco e profondamente incisivo, il che diventa il vero punto di forza dell’opera tutta, l’impostazione di rappresentazione teatrale è un’altra nota a favore del tutto

rexRex and the city di Gabo L. Bernstein e L. Foschini (Bao Publishing)
è un librino per giovani ragazzi che racconta le disavventure di un Rex in una città (dove è normale girino dinosauri per capirci) e le proprie frustrazioni lavorative. Ovvio avrà un lieto fine. E’ un libro bellissimo che costa otto euro e se non andate a comprarvelo vi prendo a ceffoni, io poi che ho capito avrei voluto fare il paleontologo. La storia ricorda da vicino l’imprinting della Pixar, per cui le storie all’inizio stringono il cuore, sembra abbiano uno sviluppo complicato emotivamente e volgono per il meglio. Non è una vera e propria graphic novel ma un racconto illustrato (quindi una pagina scritta e una disegnata per intenderci), e le tavole sono bellissime, storia e dialoghi stringono il cuore e insomma, è una cosa da avere. Fidatevi

intL’intervista di Manuele Fior (Rizzoli Lizard)
Oh ecco diciamo che graphic novel così capitano davvero raramente, perché la capacità di sapere scrivere una graphic novel futurista, di fantascienza, parlando di provincia italiana e con quel tocco che veramente era proprio di un Vittorio de Sica (vedi Miracolo a Milano) non è una cosa comune, non ce l’hanno tutti e di sicuro non la disegnano così. Manuele Fior ha un tratto clamoroso, un bianco e nero che a tratti viene condensato e arricchito e si mette a pieno servizio della storia, anzi, in larghi tratti (come è il caso delle graphic novel) FA veramente la storia. Ecco Fior è uno di quelli da invidiare veramente, e L’intervista anche. Perché bene o male se parliamo di graphic novel parliamo di qualcosa che spesso e volentieri ha un lato preponderante, il grafico o quello della storia vera e propria. Qui parliamo di due dieci. Veramente imperdibile

zcOgni maledetto lunedì (su due) di ZeroCalcare (Bao Publishing)
E arriviamo qui al nostro eroe, che raccoglie (con una 50ina di pagine inedite a fare da trait d’union) le tavole pubblicate sul suo sito. Che dire, a parte il fatto dell’oggetto in sè, che permette di averle tutte lì, pronte, sotto mano, la cosa veramente speciale sono quelle 50 pagine, che mantengono quel lato dell’autore che tende ad enfatizzare un po’ le cose sminuendole (e ironizzandoci su) ma che a tratti vanno un po’ più a fondo e mostrano anche quella parte profondamente critica (a 360°) e malinconica che traccia una linea larga così tra chi ha (successo o meno) qualcosa di importante da dire (in qualsiasi modo questo succeda) e chi no.
ZeroCalcare è uno che sì, ce l’ha.

tgTank Girl Uno – di Hewlett & Martin (Panini Comics)
La Panini riesce nel miracolo e a quanto pare ristamperà tutto quanto pubblicato dalla premiata ditta H&M riguardo l’eroina post-apocalittica più indie che possiate immaginare. Non lo avete? Correte a comprarlo, vi innamorerete del concetto di fumetto indipendente, amerete personaggi assurdi, controversi e oltranzisti. C’è sesso parolacce e dita a V, insomma una bisboccia per gli occhi e un documento da avere a tutti i costi per chi un minimo ami il fumetto. C’è anche la versione con la maglietta, per chi fosse interessato

enEnigma. La strana vita di Alan Turing – di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni (Rizzoli Lizard)
Alan Turing era un geniaccio che prese parte al controspionaggio inglese come decrittatore di messaggi segreti di guerra. La sua vita stramba, geniale si conclude con un suicidio dovuto alle convenzioni sociali dei tempi (era omosessuale e fu anche processato e condannato per questo). Tuono Pettinato è un autore vero di quelli da mettere nella capsula per i marziani quando spiegheremo cos’è il fumetto in italia oggi. Enigma è un romanzo vero e proprio, fatto di passaggi veloci, poco loquaci eppure immediati e ricchi di sfaccettature. Da avere assolutamente.

giGiovanna prende il treno – di K. Scharer (Officina Libraria)
Sembra in parte un libro per bambini e in parte lo è. C’è anche però un discorso meta perchè la storia viene scritta col contributo attivo (e la presenza sulle pagine) della mano dell’illustratrice. Una storia piccola (una maialina che prende il treno) e che finisce quasi come un film di Wes Anderson. Andate oltre la facciata del libro “da piccoli”, poi mi ringrazierete.